Oggi vi voglio parlare dello spazio e del tempo…
Wow una roba un po’ al Einstein… 🙂
Che cosa fate voi in questo spazio e in questo tempo?
Di che cosa vi state occupando?
Che cosa state vedendo in questo preciso momento?
Vuoi direte: “questo video”..
Ma appena non guardate questo video e ritornate alle vostre faccende,
alle vostre cose, alla vostra routine, al vostro tram tram quotidiano,
Che cosa osservate dello spazio e del tempo?
Che cosa vedete?
Che cosa sentite?
Che cosa provate?
Cosa percepite?
Che cosa desiderate?
Ricordatevi che mentre siete così concentrati sulle vostre faccende così importanti,
la vita vi scorre dentro, a volte vi scorre tra le mani.
Ma non avete il tempo di fermarvi ed accorgervene,
non riuscite a fermarvi perché ci sono troppe cose da fare,
troppe persone da vedere, un’infinità di cose, cosicché non riuscite mai a fermarvi.
E quindi questo spazio tempo è sempre molto contratto,
non c’è mai questo tempo, perché mai ci fermiamo a prendercelo.
Mai ci soffermiamo a contemplare…
Ci siamo dimenticati questo termine contemplazione:
Essere coesistenti, sono parte di un qualcosa di più grande, non esisto soltanto io.
E allora cominciando ad osservare questo qualcosa di più grande, ci si può rendere conto dell’immensità
e dell’infinità di questo spazio tempo.
E quindi, a un certo punto ti ricordi che sei un puntino su questa Terra,
c’è un mondo del quale conosci così poco.
C’è un mondo fuori di te di cui conosci così poco e c’è un mondo dentro di te di cui conosci molto poco.
E se ti fermi a pensare dove sei:
Un puntino perso all’interno della Terra, la Terra è un altro puntino perso nella galassia,
e questo puntino è attorno ad altri puntini inospitali: in uno temperature glaciali, in un altro temperature che non permettono la vita… mari di metano;
Mentre in questo c’è tutto, l’acqua è liquida, la Terra è ospitale continua a generare nutrimento e vita,
la chiamano la zona del riccioli d’oro i nostri astrofisici, un pianeta né troppo caldo né troppo freddo, è quasi un miracolo.
Ma noi nei miracoli non crediamo, nella vita miracolosa non crediamo, non ci accorgiamo che noi stessi siamo il miracolo, e che serve un miracolo per mantenerci tutti in vita.
Potremmo dire serve un’immensità d’Amore.
Perché se non ci fosse l’Amore per queste creature, come dite voi archeologi, basterebbe un asteroide per porre fine a tutto.
Basterebbe un leggero spostamento di qualche astro, per riportare la terra alla glaciazione o portarla all’autodistruzione.
Basta poco, ma al tempo stesso non accade nulla di questo, anzi quando eravamo vicini all’autodistruzione sono arrivati ad aiutarci… Forze… Energie, venute a supportare quest’uomo incapace di comprendere se stesso e gli effetti delle cause che stava scatenando, e quindi oggi vive in un mondo virtuale, perché si possa rendere conto attraverso la simulazione, senza dover fare effettivamente alcune esperienze.
È un piano evolutivo, ma non è l’unico, perché se vi allontanate da voi stessi da quello che sentite dentro e restate in questo mondo simulato, che è il mondo delle cose, il mondo degli oggetti, il mondo della virtualità, il mondo della mente;
Vi allontanate, vi allontanate sempre di più dal contatto con la realtà fisica che siete stati chiamati a vivere e a sperimentare.
Perché sennò sareste qui?
A fare cosa?
Dove ce l’avete i piedi?
E allora torniamo con i piedi per terra, torniamo ad ascoltare noi stessi quello che abbiamo dentro.
Indipendentemente dai miliardi di ragionamenti, dalle infinite ragioni che la ragione trova, dagli infiniti pensieri che la mente crea, dagli infiniti impulsi, gli input, che il corpo riceve.
Un’infinità, un’infinità di possibilità dentro e fuori voi stessi.
E quindi si ritorna sempre al punto cardine, che cosa si scegliete di questa vita?
In questa infinità, in questo mondo infinito, che direzione scegliamo di prendere?
Dove vogliamo andare?
Con cosa vogliamo entrare in relazione?
Che esperienza stiamo scegliendo di fare?
Ci fa stare bene?
Ci rende felici o ci fa soffrire quello che stiamo facendo?
Se ci fa soffrire, non è il caso forse di cambiare direzione?
E se non sappiamo dove andare, non è il caso forse di fermarsi e ascoltare che cos’è che ci possa rendere un po’ più felici?
Provare a capire che cosa ci rende felici.
Uscire un attimo da quella zona di conosciuto ed andare verso l’ignoto, che fa così tanta paura.
E’ quella paura che ti tiene fermo lì, nelle tue sicurezze, a cercare cose, situazioni, che aumentino questa sensazione di sicurezza.
Ma ignorando tutto il resto, non resti isolato dalle paure, le paure comunque sono dentro di te, e anche se non fai niente per avere paura, comunque dentro di te esiste.
E allora è un’emozione da sperimentare a volte, come la gioia, l’amore, la sofferenza.
Sono tutte emozioni che sono dentro di te, è tutto sentimento, è tutto un sentire interiore, e se lo ascolti, senza giudicarlo ma lasciandolo esprimere, alleggerirà i tuoi carichi interiori, i tuoi pesi , che porti da una vita, e forse dandogli lo spazio e il tempo che normalmente dedichi ad altro, ti daranno la possibilità di rasserenarti e di essere un pochettino più felice.
È una possibilità, perché tutto dipende da te.
La tua vita è dentro di te, se non la gestisci tu, se non la controlli tu, se non scegli tu dove andare, ma deleghi ad altri queste responsabilità, vivrai quelle conseguenze.
è semplice, logico; ma prendersi le proprie responsabilità è difficoltoso fa paura ed è molto impegnativo perché è tutto un ignoto è tutto un punto interrogativo, e a questo punto si ritorna alla Terra.
Potremmo scomparire da questa terra in un battito d’ali di una farfalla, eppure giorno dopo giorno la vita ci accoglie, e quindi finché siamo vivi, finché la vita ci accoglie, dobbiamo cercare di non preoccuparci di questo, ma di avere fiducia che quell’energia che è dentro di noi che ci spinge a vivere, a fare, ad agire, e a sentire, è un’energia d’amore, e se lo ascoltiamo questo amore, possiamo anche viverlo.
Vi lascio così con un po’ d’amore.
Federico D’Ambrosio